LA VALUTAZIONE BIOENERGETICA

La spesa energetica

La spesa energetica totale (TDEE) nell’adulto ha diversi componenti:

1. il metabolismo basale (MB) ossia la spesa energetica necessaria per il mantenimento delle funzioni vitali a riposo ed a digiuno (in condizioni di termoneutralità);

2. l’effetto termico del cibo (TID) ossia la spesa energetica richiesta per la digestione e l’assorbimento dei nutrienti;

3. la spesa energetica per l’attività fisica (EF).

Nei bambini si deve aggiungere a queste componenti anche l’energia spesa per l’accrescimento.

Ognuna di queste componenti incide diversamente sulla spesa energetica.

Le componenti della spesa energetica

Il metabolismo basale rappresenta l’energia che è necessaria all'organismo per mantenere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio dinamico dell’organismo (Cannon 1932), include il costo :

· delle funzioni cellulari vitali per l’organismo,

· dei sistemi integrati del corpo e

· della temperatura omeotermica a riposo.

Solitamente costituisce la frazione più consistente della spesa energetica giornaliera che in un individuo adulto mediamente attivo è tra il 60% ed il 75%. I principali determinanti del metabolismo basale sono peso corporeo, età e sesso, ed influiscono sull’80% della variabilità individuale, il restante 20% è influenzato da caratteristiche come temperatura corporea, composizione corporea, familiarità e fattori genetici, condizioni fisiopatologiche e quadro ormonale.

Il maggior determinante del metabolismo basale è il tessuto muscolare che è direttamente proporzionale alla massa magra, che è quella metabolicamente attiva.

 

La termogenesi indotta dagli alimenti (indicata con la sigla DIT, dall’inglese Diet-Induced Thermogenesis), è l'incremento del dispendio energetico in risposta all'assunzione del cibo. 

L’apporto al dispendio energetico totale può essere valutato in una proporzione di circa il 7-15%. La DIT varia a seconda della distribuzione dei macronutrienti nel pasto.   

L’attività fisica viene definita come “qualunque azione esercitata dal sistema muscolo-scheletrico che si traduca in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”.  In questa definizione rientrano quindi non solo le attività sportive, ma anche tutte le attività che possono influenzare il dispendio energetico giornaliero come i semplici movimenti quotidiani (camminare, andare in bicicletta, salire le scale, giocare, ballare etc), il lavoro produttivo, i lavori domestici, le attività del tempo libero e, naturalmente, l'esercizio fisico vero e proprio. 

L’attività fisica è la componente più variabile della spesa energetica giornaliera e può portare ad un significativo aumento della spesa energetica in soggetti molto attivi. 

Diversamente dalle altre componenti del TDEE, il costo energetico dell’attività fisica, detto EF (o AEE da Activity Energy Expenditure) è una variabile controllabile. I consumi energetici dovuti all'attività fisica infatti, dipendono dal tipo, dalla frequenza e dall'intensità delle attività svolte e possono variare dal 15% del dispendio energetico totale per stili di vita estremamente sedentari a valori pari a 3-4 volte il MB, come si verifica in alcuni atleti e in alcune classi di attività occupazionale particolarmente pesanti. 

L’attività fisica ha un’azione stimolante sul metabolismo basale, influenzando positivamente alcuni dei fattori coinvolti nel dispendio energetico basale, come la composizione corporea, la condizione ponderale e la regolazione ormonale del metabolismo glucidico e lipidico.

Il Bilancio Energetico

Il corpo umano è paragonabile ad una macchina in cui l'apparato muscolare è in grado di sviluppare forza, grazie alla capacità dei muscoli di trasformare energia chimica in energia meccanica, producendo così lavoro.   

L'energia chimica necessaria all'organismo deriva dagli alimenti, che sono sottoposti a processi anabolici e catabolici nel nostro organismo.

Si definisce Bilancio Energetico quella condizione in cui l'energia spesa equivale a quella fornita dall'assunzione di cibo, tale da mantenere costante il peso corporeo. Ciò che mangiamo fornisce al corpo nutrienti sotto forma di carboidrati, grassi e proteine e l’energia proveniente dal cibo è usata dal nostro corpo per svolgere le sue funzioni vitali e per le normali azioni quotidiane.

Se l’energia in ingresso è superiore alla spesa energetica, l’energia introdotta in eccesso sarà depositata a livello del tessuto adiposo causando un aumento di peso corporeo.

Ovviamente, ogni persona ha un suo dispendio energetico giornaliero, cioè ognuno durante la giornata brucia una precisa quantità di calorie, il che rende facile intuire perché ogni piano alimentare deve essere personalizzato.

Il dispendio energetico è la base per realizzare una dieta equilibrata, poiché conoscere le calorie che il nostro corpo consuma consente di garantire il giusto equilibrio energetico. 

E’ ormai chiaro che per guadagnare salute si può intervenire su due fronti: alimentazione ed attività fisica, entrambe devono essere adeguate e personalizzate. 

Oltre alla dieta bilanciata, sono raccomandati almeno 150 minuti a settimana di  attività fisica aerobica d’intensità moderata, praticata per almeno 10 minuti consecutivi. E’ stato evidenziato in soggetti obesi e sovrappeso che un’attività fisica di:

  • meno di 150 minuti a settimana determina una riduzione ponderale minima;
  • 150-250 minuti a settimana porta a una riduzione modesta (2-3 kg in 6-12 mesi);
  • 250-400 minuti a settimana porta una riduzione di circa 5,0-7,5 kg in 6-12 mesi.

Per migliorare la velocità e la qualità del dimagrimento nonché aumentare il dispendio energetico, il lavoro aerobico può essere integrato con un'attività anaerobica di potenziamento muscolare.

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